Fabio Marchese Ragona, vaticanista Mediaset: «Il mio rapporto con Papa Francesco un misto di fortuna e grazia»
L’ex allievo del Master, oggi volto di Mediaset e conduttore di Stanze Vaticane, racconta il percorso che l’ha portato a realizzare tre interviste esclusive e un’autobiografia con Bergoglio.
Questa è Tomalet, la newsletter per giornalisti fatta dai giornalisti del Master della IULM. Uno spazio per rafforzare la community e fare network tra colleghi.
Ogni numero, una storia di uno di voi. Di uno di noi.
Fabio Marchese Ragona è il nuovo ospite di Tomalet, la newsletter del Master in Giornalismo IULM. Allievo del biennio 2006-08, oggi è vaticanista per Mediaset e conduce il programma di approfondimento Stanze Vaticane. Ma la sua passione per la Santa Sede affonda le radici nella sua infanzia, nella sua tesi di laurea e nei suoi primi passi nel mondo del giornalismo.

Avevi già in mente di diventare vaticanista prima di iscriverti al Master?
«Sono cresciuto in una famiglia cattolica, ho frequentato l’oratorio dei salesiani e il mondo del Vaticano mi ha sempre affascinato. La mia tesi magistrale l’ho dedicata alle guardie svizzere e, contemporaneamente, ho fatto uno stage in Rai, nel programma religioso “Sulla Via di Damasco”. Anche durante il Master ho lavorato spesso su temi legati alla Chiesa. È stato un percorso naturale. Ero però certo di una cosa: volevo fare giornalismo televisivo. Infatti, il mio primo stage è stato al Tg5 e il secondo a Studio Aperto, dove poi sono rimasto».
C’è stato un momento difficile nella tua carriera?
«Nel 2010 mi trovai davanti a un bivio. Avevo ottenuto l’abilitazione all’insegnamento della religione cattolica e avevo iniziato a insegnare a scuola. Dopo il primo anno, che svolsi parallelamente allo stage a Mediaset, la scuola mi richiamò per un secondo anno scolastico. Dovevo decidere se accettare quell’incarico o se proseguire la collaborazione con Studio Aperto. Scelsi Mediaset. Sempre nello stesso anno, ricevetti anche un’offerta da un settimanale, che mi proponeva un contratto stabile. I miei superiori a Mediaset mi dissero: “Resta, per noi sei prezioso. Fidati”. Seguii il loro consiglio e decisi di restare. Oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta: pochi anni dopo arrivò l’assunzione».
Lo scoop di cui vai più fiero?
«L’intervista a Papa Francesco».
A quale delle tre interviste sei più legato?
«La prima. Fu la prima in assoluto concessa da un Papa a una TV nazionale generalista italiana, prima che alla Rai. E la realizzammo con le telecamere Mediaset: anche questa fu una totale novità».
Come sei riuscito a costruire un rapporto diretto con il Pontefice?
«Direi che è stato un mix di fortuna e grazia. Il mio lavoro mi ha permesso di incontrarlo più volte. Si è fidato di me, e questo ha aperto la strada alle tre interviste che abbiamo realizzato. Poi gli ho proposto di lavorare insieme a un’autobiografia e lui ha accettato, convinto che potesse essere utile soprattutto per i giovani».
L’intervista completa continua qui.
🔴+++ Breaking News +++🔴
Ultima ora: fra di noi c’è un premio Scalfari. Ettore Saladini è tra i due vincitori del premio dedicato al fondatore di Repubblica: adesso lo aspetta uno stage di 6 mesi alla sede romana del quotidiano. Il tema del lavoro che ha presentato? L’Europa vista dagli occhi dei ragazzi di Corvetto.
🔁 Dentro e fuori le redazioni
Le redazioni sono delle sliding doors. C’è chi entra, e chi esce. Dove finiscono i nostri colleghi?
Filippo Di Chio, allievo del biennio 2022-24, a gennaio di quest’anno, ha ricevuto un contratto Fnsi-Fieg a tempo determinato a Open, dove ha svolto l’ultimo stage. Dopo la laurea in Lettere Moderne ha passato tre mesi a Sport Mediaset e poi durante il Master è andato a RaiNews24 a Roma.
‼️Da non perdere
Le interviste, le inchieste e gli articoli suggeriti dai colleghi. Qui alcune loro segnalazioni.
Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera e direttore del Master, suggerisce un articolo di Luigi Manconi su Repubblica sul tema dei neofascismi emergenti in Europa. Significativa, in particolare, la chiusura del pezzo in riferimento alle elezioni in Romania: «Anche in questo caso, cruciale è il ruolo della politica. La vittoria in elezioni democratiche - peraltro turbate da interferenze esterne - non sempre dà al vincitore una cristallina certificazione democratica». Lo trovi qui.
Bruno Delfino, ex art director del Corriere della Sera, consiglia di non perdersi “Inequalities”, la 24esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano aperta dal 13 maggio al 9 novembre 2025, perché si tratta di «una finestra sui nostri tempi, con tanta sostanza e una forma eccellente».
Ugo Savoia, giornalista e coordinatore del Master, invita alla lettura di un articolo di Federico Fubini sul Corriere della Sera. «Parla della reale situazione economica cinese e di come ci sia una doppia comunicazione: una è quella di Xi Jinping e l’altra, quella dei numeri reali. L’economista che ha trasmesso questi dati è misteriosamente scomparso». Lo trovi qui.
L’ultima segnalazione la facciamo noi di Tomalet. Si è tornato a parlare di Siria dopo l’incontro tra Donald Trump e Ahmed al-Sharaa, nuovo leader di Damasco. Qualche giorno prima, era uscito su Repubblica un reportage dello scrittore franco americano Jonathan Littell, tornato in Siria a dodici anni dalla pubblicazione del suo libro sulla primavera araba nel Paese. Puoi trovarlo qui.
📰 Ce l’abbiamo solo noi
In questa sezione c’è quello che abbiamo solo noi. A volte in formato testuale, a volte in formato video.
Ettore Saladini ha intervistato Amedeo Balbi, astrofisico e divulgatore scientifico, sulla possibile scoperta di dimetilsolfuro sul pianeta K2-18b, a 124 anni luce dalla Terra. Abbiamo veramente trovato segni di vita extraterrestre? Si legge qui.
Il 17 maggio è stato il 53esimo anniversario dell’omicidio Calabresi. Alessandro Dowlatshahi ha intervistato Gemma Calabresi, vedova del commissario. Qui sotto, la testimonianza del suo percorso di perdono nei confronti degli assassini.
👍🏻 I social belli belli
Facciamo cose che spaccano su Instagram e su TikTok. Dacci un’occhiata.
Alla IULM è nato il primo museo della comunicazione in Italia, “La Linea del Tempo”. Ti portiamo all’interno della mostra con questo reel a cura di Davide Aldrigo, Alessandro Dowlatshahi ed Ettore Saladini.
🗞️ Il Master fuori dal Master
Qualche lavoro fuori dalla redazione, tra una lezione e l’altra.
Per Libero: Alessandro Dowlatshahi ha scritto un articolo sui problemi di viabilità intorno all’Ospedale Fatebenefratelli. A causa di alcuni cantieri nella zona, pazienti e operatori sanitari sono costretti a entrare in Area C per raggiungere la struttura. Qui trovi il pezzo.
I nostri ragazzi del primo anno hanno lasciato le aule di via Carlo Bo per svolgere i due mesi di laboratorio a Mediaset. Tra lezioni di Dalet, il sistema televisivo della rete, e di Kolumbus, il CMS della stessa, hanno iniziato anche il corso di Social Media Journalism con Anthony Adornato, Chair and Associate Professor di Broadcast and Digital Journalism della Syracuse University di New York.

Questa settimana, due di loro hanno anche prodotto articoli per il sito di TgCom24:
Roberto Manella ha scritto un pezzo sulla partita di scacchi del campione Magnus Carlsen contro 143mila utenti durata 46 giorni e conclusa con un pareggio. Lo trovi qui.
Martina Testoni ha scritto della voglia di Los Angeles di ripartire dopo gli incendi che hanno devastato la città. Ma mancano i fondi. Trovi l’articolo qui.
🍲Non possiamo dirti tutto… ma il timer è partito
Qualche progetto sfizioso sui nostri fornelli. Let them cook!
Il numero cartaceo di MasterX sulla bellezza è in dirittura d’arrivo. Al suo interno, troverai anche l’intervista a una giornalista che, 19 anni fa, dopo un'operazione per togliere delle rughe, si è ritrovata con il volto sfigurato: «Pensavo, se devo vivere così mi ammazzo. Io rovinata, lui condannato meno di chi ruba una bici».
Continueremo a realizzare i podcast in collaborazione con ICCH, l’Osservatorio internazionale sulla comunicazione corporate e istituzionale. Tommaso Ponzi ha intervistato Federico Bianchi, il portavoce della delegazione dell’Ue nel Regno Unito. La puntata è uscita la scorsa settimana e si ascolta qui.
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Anche questo numero è stato realizzato a sei mani e tre teste dal team di Tomalet: Tommaso Ponzi, Alessandro Dowlatshahi ed Ettore Saladini.
Grandi!