Viola Francini: «Alle elementari volevo diventare caporedattrice di Vanity Fair»
Dal sogno alla realtà. Oggi, l'ex allieva del nostro master è assunta al periodico targato Condé Nast dove lavora come associate social media manager
Questa è Tomalet, la newsletter per giornalisti fatta dai giornalisti del Master della IULM. Uno spazio per rafforzare la community e fare network tra colleghi.
Ogni numero, una storia di uno di voi. Di uno di noi.
Viola Francini è la nostra nuova ospite. Allieva del biennio 2020-22, dopo aver svolto il primo stage nella redazione di Tgcom24, ha iniziato a lavorare part-time per Vanity Fair durante il secondo anno del Master, dove poi è rimasta per il secondo stage, e non solo. Oggi Viola è associate social media manager per il periodico targato Condé Nast e, dice, «per i prossimi dieci anni non ho intenzione di lasciarlo».
Qual è la cosa più utile che hai imparato al Master?
«Mi viene da dire la sfacciataggine, ma non voglio dare al termine un sentore negativo. Parlo proprio dell’intraprendenza. Io mi vergognavo anche a chiamare il ristorante per ordinare la pizza, poi a un certo punto mi sono ritrovata a dover avere una conversazione professionale, prendere appuntamenti e fare domande a sconosciuti».
Sogni nel cassetto?
«Da piccolina mi piaceva creare dei giornali con i ritagli delle riviste e quando alle elementari mi chiesero cosa volessi fare da grande, risposi che volevo diventare caporedattrice di Vanity Fair. Mio papà me lo ricorda sempre, è stata la prima cosa che mi ha detto quando sono stata assunta. E quindi continuo a vederlo come l’obiettivo finale».
Cosa diresti alla Viola del passato?
«Le direi una cosa che forse dico anche alla me del presente: di avere meno smania per il futuro. Sono sempre stata molto determinata, molto ambiziosa e ho sempre guardato avanti piuttosto che vivere il momento. E anche il Master l’ho vissuto come una corsa contro il tempo per trovare il mio posto nel mondo del lavoro, per capire cosa volessi fare, chi volevo essere e dove volevo esserlo. Quindi, ecco, se potessi parlare con lei le direi, “prendila con calma, goditi questo momento”».
L’intervista completa, a cura di Elena Betti e Vittoria Fassola, continua qui. Ti lasciamo anche la versione reel di Instagram.
🔁 Dentro e fuori le redazioni
Le redazioni sono delle sliding doors. C’è chi entra, e chi esce. Dove finiscono i nostri colleghi?
Laura Gioia: biennio 2015-2017, lo scorso dicembre ha ricevuto un contratto a tempo indeterminato a Mediaset, dove oggi conduce il telegiornale del canale all-news Tgcom24 e il Tg4 delle 12. Durante il Master ha fatto il primo stage nella redazione di New York de Il Sole 24 Ore e il secondo stage proprio a Tgcom24, dove poi è rimasta al termine del biennio. Sempre a Mediaset, negli anni, ha condotto e collaborato a trasmissioni in partnership con la Commissione e il Parlamento Ue.
‼️Da non perdere
Le interviste, le inchieste e gli articoli suggeriti dai colleghi. Qui alcune loro segnalazioni.
Luca De Vito, giornalista de la Repubblica, consiglia la rubrica Non chiamatemi influencer del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari che racconta il mondo degli influencer attivi nel sociale, nella cultura, nei diritti e nell'ambiente.
Mario Consani, storico giornalista de Il Giorno, consiglia questa intervista di Aldo Cazzullo a Roberto Saviano sul Corriere della Sera: «Si parla di giornalismo, scrittura civile, impegno. E, soprattutto, si parla di vita. Piena di dubbi e di domande anche drammatiche, come dovrebbe essere sempre».
Ugo Savoia, giornalista e coordinatore del Master, consiglia la mostra fotografica sul Festival del Re Nudo, la risposta italiana a Woodstock negli anni ‘70. Verrà inaugurata domani a Parco Lambro. Trovi tutte le informazioni qui.
L’ultima segnalazione la facciamo noi di Tomalet. Nella settimana del Conclave e dell’elezione del Papa, la vittoria dell’Inter in Champions non è passata sotto traccia. Luca Ravenna, noto stand up comedian, era allo stadio e ha raccontato le sue emozioni in un articolo per la cronaca milanese del Corriere della Sera.
📰 Ce l’abbiamo solo noi
In questa sezione c’è quello che abbiamo solo noi. A volte in formato testuale, a volte in formato video.
Abbiamo intervistato Bill Emmott. L’ex direttore del The Economist è stato ospite di un incontro tenuto alla IULM dal professor Alberto Mingardi. Ti lasciamo un piccolo estratto in newsletter, mentre qui trovi l’intervista completa.
Donald Trump ha incrinato l’ordine economico globale?
«Trump ha introdotto elementi di discontinuità nella logica dell’interdipendenza economica. Gli Stati Uniti, che restano la più grande economia del mondo – anche se non i maggiori esportatori – hanno un’influenza sistemica. Le sue politiche, soprattutto sui dazi, danneggiano l’idea di un commercio globale integrato. Tuttavia, è importante ricordare che gli USA rappresentano solo una parte del quadro: ci sono altri circa 200 Paesi che insieme controllano l’87% del commercio globale e circa il 75% del PIL mondiale che continueranno a essere economicamente interdipendenti. Trump non distruggerà la globalizzazione. Al massimo, la distorcerà o la indirizzerà lungo traiettorie differenti».
Come risposta Europa e Giappone potrebbero intensificare i rapporti economici con la Cina?
«In linea teorica potrebbero, ma nei fatti ci sono dei limiti significativi legati alla sicurezza. Per il Giappone, la Cina rappresenta una minaccia strategica. Tokyo è circondata da tre fonti di pericolo: la Cina stessa, la Corea del Nord e la Russia. Quindi, per quanto ci possano essere interessi economici comuni, le tensioni geopolitiche freneranno una cooperazione più profonda. Inoltre, la presenza della più grande base militare americana fuori dagli Stati Uniti proprio in Giappone rende chiaro che l’alleanza con Washington resta imprescindibile per Tokyo. L’Europa, pur con meno vincoli militari, dovrà comunque tenere conto delle proprie relazioni transatlantiche».
Finalmente è uscito il nostro lavoro a cinque anni dalla pandemia Covid-19. Abbiamo intervistato i protagonisti e raccontato i luoghi chiave. Puoi trovare l’articolo generale qui, con al suo interno i link per i vari approfondimenti.
👍🏻 I social belli belli
Facciamo cose che spaccano su Instagram e su TikTok. Dacci un’occhiata.
Cosimo Mazzotta ha realizzato una gallery sui cardinali papabili che ha raggiunto ben 3 milioni di visualizzazioni sul nostro profilo TikTok. Su Instagram, invece, sono state 20mila. Spoiler: quello che è diventato Papa non c’era 🙃
🗞️ Il Master fuori dal Master
Qualche lavoro fuori dalla redazione, tra una lezione e l’altra.
Grazie a Massimo Sanvito, allievo del biennio 2015-17 e oggi giornalista della redazione Interni di Libero, due dei tre padri di Tomalet hanno iniziato a collaborare con la testata. Qui sotto, il testo della mail che ci ha inviato.
Per Libero: Tommaso Ponzi si è fatto un giro nel quartiere di San Siro per scoprire come mai lì i Caf nascono come funghi. Nel solo quadrilatero di piazzale Selinunte ne ha contati 23. Trovi l’articolo qui.
Per Libero: Alessandro Dowlatshahi ha raccontato la storia dell’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio, la chiesa più piccola di Milano e l’edificio più antico del quartiere. Lo trovi qui.
Per Horror Italia 24: in occasione dell’45esimo anniversario dalla scomparsa del maestro della suspense Alfred Hitchcock, Giulia Spini ha scritto una recensione speciale del film Rebecca - La prima moglie.
🍲Non possiamo dirti tutto… ma il timer è partito
Qualche progetto sfizioso sui nostri fornelli. Let them cook!
Domenica 18 maggio alle 11:00 tre nostri colleghi del master, Alessandro Dowlatshahi, Glenda Veronica Matrecano ed Ettore Saladini, presenteranno Dynasty - Il crollo delle dinastie dei potenti, il nuovo libro di Mario Giordano, alla rassegna BA Book di Busto Arsizio.
È in preparazione il nuovo numero cartaceo di MasterX. Cercheremo di rispondere alla domanda: quanto costa la bellezza? Non solo dal punto di vista economico, ma anche psicologico.
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Oppure mandaci una mail all’indirizzo del Master pressmasterx@gmail.com, mettendo in oggetto “Tomalet”.
Anche questo numero è stato realizzato a sei mani e tre teste dal team di Tomalet: Tommaso Ponzi, Alessandro Dowlatshahi ed Ettore Saladini.
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